Tutti i film vincitori alla Mostra del Cinema del Paradiso Film Fest

THE ONE NOTE MAN di George Siougas | Associak distribution

MIGLIOR FILM 
Un’opera che combina una fotografia straordinaria, una colonna sonora avvincente e interpretazioni magistrali, tutto questo senza l’uso di parole. La storia, intrisa di umorismo e perfezione cinematografica, dimostra l’importanza di non affidarsi a una routine apparentemente soddisfacente. La struttura narrativa, seppur semplice e fiabesca, poggia su colonne filmiche solide che non mostrano alcun difetto nonostante si narri delle stesse abitudini di un uomo decisamente anti-eroico. Il film ci fa godere di una dolce e amara ironia e danza splendidamente su uno spartito musicale perfetto fino al gran finale.

MIGLIOR REGIA
Il regista riesce a girare un film senza dialoghi, che racconta la stessa routine di un anti-eroe per poi riscattarlo grazie alla piu‌ grande banalita‌ narrativa dei generi filmici, ovvero l’amore. Come un direttore d’orchestra conduce con maestria un cast perfetto, divertendo e commuovendo il pubblico. Affronta la sfida di dirigere un film musicale attraversando vari generi con invisibile talento.

MIGLIOR MONTAGGIO 
Il montaggio di questo film suggella la trama con grande tecnica e padronanza, dovendo rispettare una grandiosa colonna sonora e ballandoci sopra divinamente, senza arroganza e nemmeno manierismo, risultando intoccabile sotto ogni punto di vista.


IT TAKE A VILLAGE di Ophelia Harutyunyan – Associak distribution
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: Nanor Petrosyan
Per aver espresso con estrema delicatezza la complessa gamma di emozioni di una donna costretta a crescere sua figlia da sola. Il lavoro dell’attrice raggiunge il suo culmine durante il monologo che precede il parto dell’amica, creando un’intensa empatia con il pubblico con poche frasi mirate e la naturale capacità di affermarle senza cadere in stereotipi.


AN IRISH GOODBYE di Tom Berkeley, Ross White – Associak distribution
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: James Martin
Per aver espresso, lunga l’intera durata del film, tutte le sfumature emotive che derivano dalla perdita della madre e dalla ricerca della complicità perduta con il fratello. L’attore ci coinvolge dall’inizio alla fine mostrando una maturità artistica di grande spessore, senza mai risultare banale.


DANCING CLOUD di Platon Ogarev
MIGLIOR INTERPRETAZIONE JUNIOR, Alicja Weniawa-Narkiewicz
Nonostante la giovane età, l’attrice porta sullo schermo una prova di recitazione efficace ed elegante, mostrando di non avere nulla da invidiare ai suoi colleghi più esperti. Capace di esprimere profondità e inquietudine, rendendo la sua interpretazione tanto brillante quanto suggestiva.

MIGLIOR COLONNA SONORA
Per aver saputo combinare, in modo eccellente, la colonna sonora con la musica diegetica, senza ricorrere a citazioni di alcun genere, esprimendo egregiamente la tensione vissuta dalla protagonista e rendendo l’intera opera estremamente veritiera e credibile.


TRIA di Giulia Grandinetti
MIGLIOR COSTUMI E TRUCCO

È sempre difficile vestire e truccare i personaggi di una distopia, ma in questo film il lavoro è stato eccezionale. Il rischio è di inciampare in stereotipi e scelte facilmente digeribili per lo spettatore, ma grazie a uno spunto narrativo molto interessante e alle circostanze create, costumi e trucco ci riempiono gli occhi con scelte mai esagerate e nemmeno avide di interesse, senza mai sviarci dallo scorrere del film.


The Steak di Kiarash Dadgar
MIGLIOR SCENOGRAFIA
La trama è una dilaniante metafora della guerra così come il cibo è triste paragone delle sorti di chi subisce la guerra. La carne è la città, i fagioli sono gli esseri umani, la torta qualcosa da spartire da parte dei carnefici. L’estetica del film, considerato il finale, è estraniante, grazie al suo look e al suo arredamento essenziale che evocano un lavoro ricavato in un teatro di posa. Questa spinta simil meta-cinematografica raggiunge il proprio apice durante l’incredibile capovolgimento di inquadratura – tutto in piano sequenza – quando scorgiamo il soffitto della casa. La sensazione è di essere di fronte a un’enorme messa in scena, fino a quando l’esplosione dei fagioli ci riporta a confrontarci con la drammatica realtà: la guerra e i suoi orrori sono sempre dietro l’angolo.


Bordovasca di Giuseppe Zampella | Sayonara film
MENZIONE SPECIALE MIGLIOR PRODUZIONE
Per lo sforzo produttivo intrapreso, ambientando una piccola storia drammatica in un contesto complicato come quello di una piscina pubblica in piena estate. Il numero di figurazioni, vista anche la quantità di minorenni, rende il prodotto di respiro internazionale, con la speranza di aver creato un nuovo standard per le future produzioni italiane.


MASK di Benjamín Romero
MIGLIOR DOCUMENTARIO
Il film, girato con pochi mezzi e pochissime risorse, riscatta la basilare premessa iniziale – l’intervista al più famoso creatore di maschere per luchadores in Messico – con un finale sorprendente per la sua semplicità: quanto può cambiarti la vita indossare una maschera. Soprattutto per chi ti guarda.


That Doesn’t Fit di Ackshaj Anand
MIGLIOR FILM ANIMAZIONE 
Questo film, dal ritmo coinvolgente e l’energia vibrante, ha saputo rendere omaggio al cinema d’animazione francese, distinguendosi per la finezza dei suoi disegni e per la semplicità della sua produzione. Inoltre, ha affrontato con sensibilità e acume elementi socioculturali contemporanei, arricchendo ulteriormente la sua narrazione e il suo impatto. Il film si fa notare per la ricchezza di idee, suggestioni e colori, combinate in un mix perfetto che racchiude i temi del festival: sogni e follia.


EVER di Thomas Robert | Cinestrib Distribution
IT TAKES A VILLAGE di Ophelia Harutyunyan | Associak distribution
MIGLIOR FOTOGRAFIA, EX AEQUO

Crediamo in una direzione della fotografia che sappia avvolgere trama e attori senza cannibalizzarli, senza favorire il solo gusto per un’estetica che ammicca agli occhi degli spettatori senza lasciare spazio al significato della pellicola. Entrambi i film centrano questo obiettivo e godono di una fotografia cucita su misura. Ever per il suo disarmante contrasto tra la stucchevolezza di un paradiso eterno che si rivela un inferno senza tempo, It takes a village per non essere cascato nel facile tranello dell’esagerazione estetica, partendo come fosse un documentario per poi diventare un ritratto drammatico di situazioni famigliari per certi versi lontane ma dannatamente riconoscibili.


ARE YOU A MAN di Gjorce Stravreski | Associak distribution

MIGLIOR SCENEGGIATURA 
Diretto magistralmente, questo film racconta una bella storia con una messa in scena che abbiamo accolto con entusiasmo. Per l’incredibile capacita‌ di sintetizzare un lungometraggio in pochi minuti. La trama del film fila meravigliosamente raccontando uno scorcio iper maschilista senza mai annoiare, anzi, facendoci anche sorridere amaramente grazie a personaggi e dialoghi scritti senza giri di parole e nemmeno oltre le righe. Lo script funziona in tutti gli atti, compresa la sotto trama della formazione del giovane protagonista e l’iconico finale con la persona transessuale. Il film emoziona e fa riflettere grazie a una complessa struttura che fa perno su un semplice e brillante McGuffin: un accendino.

MIGLIO FILM TEMATICHE SOCIALI 
Senza alcun dubbio, “Are You Man” ci ha sfidato con il tema della mascolinita‌ tossica e dell’abuso di alcol, denunciando il perpetuare di schemi distruttivi ereditati dai padri. Il film affronta il conflitto tra la pressione sociale e la responsabilita‌ genitoriale, interrogandosi su cosa significhi davvero essere un uomo e un padre. Il finale offre una speranza, mostrando che il bambino protagonista non ripeterà il ciclo di delirio che gli e‌ stato inflitto.


AN IRISH  GOODBYE di Tom Berkeley,  Ross White | Associak distribution
MENZIONE DEL PUBBLICO 

Quest’anno il pubblico in sala, mai così variegato e internazionale, ha assegnato una speciale mansione a un film ambientato in una fattoria nelle zone rurali dell’Irlanda del Nord, a una commedia nera che segue il ricongiungimento dei fratelli Turlough e Lorcan dopo la prematura morte della madre.